Meno istituti d’impiego:
il trend auspicato continua

Uno sguardo agli istituti d’impiego

L’evoluzione verso un numero inferiore di istituti d’impiego ha caratterizzato anche il 2020. Le misure adottate nel 2019 hanno continuato a produrre i loro effetti anche nell’anno di esercizio scorso. Il CIVI ha riconosciuto solo gli istituti d’impiego che offrono impieghi nell’ambito dei programmi prioritari «Assistenza e cure» e «Protezione dell’ambiente e della natura». A questo proposito si orienta inoltre sempre al mandato legale in base al quale i civilisti devono essere impiegati là dove è maggiore il fabbisogno a livello sociale. Le misure di controllo tendono in questa direzione.

Il CIVI ha inoltre valutato, nei Cantoni e nei diversi ambiti d’attività, il grado di occupazione dei posti d’impiego messi a disposizione dagli istituti in quantità variabile a seconda delle loro dimensioni. Qualora ci fosse già un surplus di posti d’impiego, non sarebbe possibile riconoscere ulteriori istituti d’impiego. Per la determinazione di un limite il CIVI ha fatto attenzione a mantenere sempre un certo numero di posti d’impiego in esubero in modo tale che gli impieghi del servizio civile non andassero né a minare posti di lavoro retribuiti già esistenti né ad alterare le condizioni della concorrenza. Nel 2020 il rapporto tra civilisti e posti d’impiego si è mantenuto stabile. I civilisti continuano ad avere a disposizione sufficienti possibilità d’impiego.

Istituti d’impiego e posti d’impiego

30 % ispezioni in meno (causa pandemia)
2,6 % istituti d’impiego in meno

Ispezioni

Nel quadro delle ispezioni i collaboratori specializzati dei Centri regionali del CIVI valutano se, nello svolgimento concreto degli impieghi, gli istituti d’impiego e i civilisti osservano le norme legali e amministrative. Tutte le persone coinvolte vengono intervistate singolarmente.

Per quanto riguarda le ispezioni, il 2020 è stato un anno particolare: la pandemia ha avuto ripercussioni sia sul numero sia sulla ripartizione delle ispezioni annunciate e non annunciate. Alcune hanno dovuto essere annullate o posticipate e in alcuni casi si sono svolte online. Ciò ha permesso di garantire la consulenza e le valutazioni. Rispetto all’anno precedente il CIVI ha riscontrato una percentuale minore di reclami.

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